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Magnelli: "Con i mezzi di ora è più facile scoprire talenti"

Vittorio Magnelli racconta a 360 gradi l'attuale situazione del tennis femminile italiano e di come la situazione si sia evoluta nel corso degli ultimi 35 anni.

di | 19 maggio 2023

Per una settimana il Match Ball Firenze è la casa del tennis italiano in gonnella. Tra i campi, alla ricerca delle sue ragazze, svetta onnipresente la figura di Vittorio Magnelli, direttore tecnico del settore femminile e responsabile del Centro Tecnico di Formia. Vittorio alza gli occhi al cielo, come se il suo sguardo potesse avere la forza di allontanare i nuvoloni neri fermi, ahimè da giorni, sopra al centro Italia.
Quel che è certo è che il cielo sopra il tennis femminile italiano è sempre più azzurro. "In questo preciso momento - racconta Magnelli - siamo messi un po' peggio del settore maschile. Se ci paragoniamo a 10 e 15 anni fa, nel pieno dell'epopea di Pennetta, Vinci, Schiavone ed Errani, siamo indietro. Ma da tre anni a questa parte siamo migliorati molto passando da 3 top 100 a 6 giocatrici di vertice. Nuria Brancaccio, Matilde Paoletti e Lisa Pigato stanno venendo su bene, mi danno molta fiducia e credo proprio che tra qualche anno le giocatrici tra le prime 100 saranno molte e alcune anche top 30".
Trevisan, Giorgi, Cocciaretto, Paolini ed Errani nelle 100, Stefanini e Bronzetti dentro e fuori, poi Brancaccio e dietro? "Non mi piace fare nomi, non li ho mai fatti. Ma c'è una ragazzina di 14 anni che mentalmente è più avanti di tutte le altre ragazze italiane. Rispetto ai paesi dell'est, rispetto a quelli del nord Europa, noi siamo sempre stati 2 ma anche 3 anni indietro. Questa volta ne abbiamo una potenzialmente molto forte in età precoce".
L'Italtennis è sempre più proiettata al futuro e i paragoni con il passato appaiono improponibili. "Onestamente non c'è paragone tra quello che l'attuale presidente Binaghi e il consiglio federale fanno oggi per il movimento tennistico rispetto a 20-30 anni fa. Quando ero a Latina negli anni 80 e 90, il consigliere federale addetto al settore femminile, Francesco Costantino, poteva offrirmi un solo allenatore e al massimo 4 ragazze da seguire. Oggi Graziano Risi, consigliere federale, mi mette a disposizione uno staff pieno di professionisti, dai preparatori fisici a quelli mentali, con risorse enormi. Così è un lavoro differente, migliore, gratificante. Con i mezzi di ora è più facile scoprire talenti".

Tanto tennis in televisione e tanti tornei sparsi per tutto il territorio, a ogni livello, da Atp e Wta ai challenger per finire con gli Itf, fanno del tennis lo sport individuale più seguito. "Anche in questo la Federazione ha investito tantissimo. Più tornei ci sono e più wild card possono essere offerte alle giocatrici dei circoli per mettersi in evidenza. Aiutare i giovani a inserirsi nel mondo dei tornei è uno dei nostri compiti. La federazione ha iniziato a invertire la rotta diversi anni fa e lo ha fatto partendo in grande, con l'arrivo delle Atp Finals a Torino, con l'upgrading degli Internazionali, con la Coppa Davis a Bologna, con decine di challenger in cui sono cresciuti i vari Musetti, Cobolli, Passaro e ora sta facendo la stessa cosa con i tornei femminili come questo a Firenze"
La federazione ha investito oltre 6 milioni di euro nel progetto "Racchette in classe", con borse di studio per i giovani più capaci. "E' stata una mossa importantissima, soprattutto per la ricerca di nuovi talenti al femminile perchè in Italia su 100 giovani tennisti soltanto 27 sono ragazze. E scovare baby campioni da un bacino così basso è più difficile. Se la base si allarga, per noi tutto diventa più semplice".
Vittorio Magnelli ha iniziato a lavorare per la Federazione dalla seconda metà degli anni 80 quando gli fu chiesto di seguire un gruppetto di under 14 e under 16 tra cui Andrea Gaudenzi. "Ero con lui quando vinse il Roland Garros junior. Sono passati tanti anni, ora lui è presidente Atp e io sono ancora sui campi a formare le giovani speranze. Sono felice del ruolo che ricopro e quello che mi rende più orgoglioso è proprio il legame che mi lega da tanti anni alla federazione. Hanno creduto in me 35 anni fa quando le risorse erano poche e credono in me oggi quando invece la situazione è completamente differente".

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